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Di Maio :stanziato un miliardo di euro per le startup Italiane.

  • Immagine del redattore: Gimmy Arena
    Gimmy Arena
  • 4 mar 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Torino – Per ora si scommette un miliardo di euro sulle startup italiane, ma l’obiettivo è poter presto raddoppiare grazie alle misure già messe nero su bianco in manovra. Il piano, articolato in tre anni, è ambizioso. I motori sono stati accesi nelle riconvertite Officine grandi riparazioni di Torino, dove è stato presentato il Fondo nazionale innovazione: uno strumento finanziario che aiuterà chi fa imprese d’avanguardia a trovare i capitali di rischio necessari per crescere. “Non so se è tanto o abbastanza per farci recuperare il tempo perso, ma sicuramente ci farà fare un passo avanti”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, Non si tratta propriamente di soldi pubblici, il governo gioca il ruolo del “detonatore”. Il fondo, che dovrebbe essere operativo da maggio, sarà gestito da Cassa depositi e prestiti che ha acquistato da Invitalia la società di gestione del risparmio dedicata al venture capital con una dote di 440 milioni di euro. Cdp, ha spiegato l’amministratore delegato, Fabrizio Palermo, “ci metterà altrettanto”, pescando dalle riserve di risparmio postale degli italiani e dai ricavi da partecipazioni in portafoglio. L’orizzonte temporale è a “tre anni”, ha detto il manager, tempo necessario per arrivare a avere un plafond da un miliardo tondo da spendere. Due le tipologie di investimento: direttamente, in startup e pmi innovative, e indirettamente, scegliendo altri fondi per puntare a cascata su più società promettenti. I settori “fondamentali” per la Cassa sono stati elencati da Palermo: ingegneria meccanica, fintech, biotech e pharma. Cdp metterà a disposizione “forza di impatto e network”, ha chiosato l’ad. Aiuterà le startup in cerca di finanziamenti immettendo liquidità cash nel loro capitale e diventerà partner di minoranza, ma offrirà agli imprenditori la possibilità di agganciare il meglio delle aziende italiane. Comprese le multinazionali difficili da raggiungere in una corsa solitaria. “Tendiamo a sottovalutare l’importanza del network: Cdp – ha sottolineato Palermo – consolida 180 aziende e indirettamente partecipa a oltre 500 società. Per una startup significa avere più occasioni di sbocco” e poter appesantire “la prima riga del conto economico, quella dei ricavi”. Pensato così, ha pronosticato Di Maio, il fondo sarà considerato un elemento “strategico per i prossimi 15-20 anni”, aiuterà a trattenere talenti e ad “attrarre imprenditori stranieri in Italia”. Ora l’obiettivo, dice, “è fare squadra, anche con grandi sgravi fiscali, per trasformare il primo miliardo in due miliardi”, grazie all’obbligo previsto in manovra di destinare al venture capital il 3,5% della raccolta dei Pir e il 15% dei dividendi delle partecipate dello Stato. L’auspicio è che tutto possa contribuire “a rilanciare il manifatturiero, di sviluppare le tecnologie e di creare un habitat sempre più forte per le giovani imprese. L’Italia – ha sottolineato il vicepremier – può diventare la prima forza manifatturiera d’Europa, ma deve puntare su formazione e produttività che passa attraverso la digitalizzazione”. Per accelerare questo processo, con il fondo nazionale investimenti è stato presentato un voucher da 40mila euro destinato alle piccole imprese che vogliono innovarsi e che desiderano assumere un “innovation manager”. L’obiettivo è stimolare il settore, ingolosendo le piccole aziende a conduzione familiare. “Bisogna dar loro l’opportunità di avere un regista della digitalizzazione in azienda”, spiega Di Maio.  Altri 45 milioni di euro saranno invece investiti nei prossimi tre anni per l’intelligenza artificiale e per la blockchain, spiega il Mise. Tra le misure in cantiere, poi, ne spiccano due: la detassazione degli Eltif, i nuovi fondi europei a lungo termine che avranno lo stesso trattamento dei Pir, e l’atteso via libera alle Sis, le società di investimento semplice. Sono state pensate per facilitare la nascita di nuovi fondi di investimento, da massimo 25 milioni di euro, che potranno veder la luce senza l’incubo peggiore di tutti gli innovatori: la burocrazia regolatoria.


 
 
 
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